30/11/2020 Massaggio

Il massaggio nella visione psicosomatica

L’uso della mano come strumento terapeutico ha origini antichissime.

Le mani sono il mezzo più naturale e istintivo per prendersi cura di qualcuno, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Quando sentiamo dolore, istintivamente tocchiamo le zone interessate, con un contatto che libera sostanze antidolorifiche come endorfine e ossitocina. Se queste manovre si svolgono attraverso modalità precise, si ottiene ciò che definiamo massaggio.

Un massaggio eseguito nel modo giusto può dare grandissimi benefici: sciogliere blocchi e contratture muscolari, favorire la circolazione e il drenaggio dei liquidi e ha un effetto rilassante e rigenerante. Il massaggio è un’azione globale che, attraverso il tocco della pelle, riequilibra tutto l’organismo, tocca punti relativi, canali energetici e organi specifici, secondo la tipologia di trattamento e agisce sull’intera unità psicosomatica.

Ogni distretto corporeo rimanda a una simbolica specifica. L’apparato muscolo scheletrico è connesso alla rigidità, alla flessibilità, alla capacità di portare responsabilità, all’autonomia e alla libertà. La pelle rimanda al contatto, alla comunicazione e all’espressione delle emozioni. L’apparato cardiocircolatorio agli effetti più profondi e alle passioni e quello urinario ai legami col passato e ai rimpianti.

La pratica manuale secondo l’approccio psicosomatico è qualitativa, profonda e globale. Coinvolge il corpo, la mente e la capacità relazionale.

Un buon massaggio può essere utile in gravidanza, ma anche durante l’infanzia e l’adolescenza, per accompagnare la trasformazione della forma corporea; nella terza età, per contrastare le difficoltà nella percezione del proprio corpo; dopo malattie ed eventi traumatici, per riacquistare familiarità con la parte del corpo colpita.